Il reattore è costituito da un corto tubo in acciaio inox Ø 15mm X 104mm con alle estremità due flange filettate e guarnizioni siliconiche per alta temperatura. Da una lato c’è il supporto che porta la resistenza di riscaldamento, totalmente rivestita di mastice ceramico per alte temperature avente la funzione di evitare che si formino dei corto circuiti tra la polvere di nichel e le spire della resistenza, nello stesso lato è innestato il tubicino sempre in acciaio inox per il caricamento dei gas nel reattore, la resistenza di riscaldamento è stata fatta avvolgendo del comune filo di Ni-Cr da Ø 0,6mm su un tondino da Ø 4mm; i terminali della resistenza così ottenuta sono stati poi saldati con puntatrice alle 2 astine inox di supporto dei terminali.
Nel reattore è stata caricata una miscela di Ni (7g) + Al2O3 (2,0g), nella miscela la polvere di allumina ha la funzione di limitare la sinterizzazione delle polveri nel caso del raggiungimento di temperature troppo elevate, sotto in foto le caratteristiche delle polveri impiegate Ni polvere da 50-100µm ed Al2O3 da 100 µm
Il reattore è stato messo sotto vuoto sino a 0,1 torr, quindi caricato con 2 bar di H2 e lasciato a riposo per 48 ore per controllare la tenuta dell’intero sistema. Una volta stabilito che non ci sono perdite ho proceduto alla degasazione delle polveri sotto vuoto portando prima a 100ºC con vuoto a 0,1 torr quindi la temperatura è stata portata a 300 ºC e degasato sino a 0,01 torr, (ci vogliono molte ore prima di arrivare a 0,01 torr, usata una pompa da vuoto a doppio stadio) il tubo è stato quindi caricato con 2 bar di H2, poi un nuovo svuotamento e nuovo caricamento, la procedura è stata ripetuta per ben 5 volte, a questo punto il tubo è pronto per la sperimentazione vera e propria.
Sono stati fatti 3 test su tubo Ni–H2 e 3 test su tubo Ni-Ar di 4h:
Le prove hanno dimostrato che non c’è alcuna emissione di calore anomalo, ne assorbimenti misurabili di H2 nella polvere di Ni ed un contatore geiger non ha rilevato alcun segnale di attività nucleare, beta e gamma.
Reattore con filo di Ni spugnoso Con lo stesso sistema di alimentazione e qualche modifica al reattore ho provato una nuova via per un’ipotetica interazione Ni–H2. Avvolto del filo in Ni-Cr da Ø 0,6mm su un tubicino di allumina e sottoposto il filo ad un particolare trattamento galvanico questo: -qui descritto.
Assemblato il reattore nella nuova configurazione ho sottoposto tutto agli stessi test compiuti in precedenza sulla polvere di nichel, il risultato è stato lo stesso, nessuna emissione anomala di calore od altro.
Consultando i dati raccolti ho notato una strana variazione della resistenza elettrica di questo filo di Ni-Cr rivestito di Ni spugnoso. Considerando che il reattore era alimentato con una tensione di valore costante succedeva che ogni volta che veniva estratto l’idrogeno la resistenza aumentava, quando veniva reintrodotto diminuiva, il tutto secondo un processo ripetibile, la variazione di resistenza era nell’ordine del 20% del suo valore nominale.
Sotto un test specifico su questo Filo portato alla temperatura di 480ºC e messo sotto vuoto, -In F.3 grafico dell’ immissione di H2, 0,5 bar nel tubo
-Successivo ciclo di scarico di H2 con vuoto finale 0,06 torr, questo il grafico di vuoto e resistenza in funzione del tempo trascorso, F.4
-Caricati 0,6 bar di H2, questo il grafico, F.5
-Estrazione dell’ H2 e vuoto finale 0,02 torr, F.6
Caricati 0,6 bar di H2, F.7
di seguito: -LENR .2
Bibliografia: